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Il metodo Stanislavskij

A volte mi domandano come ho fatto a scrivere di Dora: “Siete così diverse, come hai fatto a scrivere di lei? A far vivere in maniera così forte, cruda e vera questa donna?”

Ma… per contro, chi mi conosce bene ha anche affermato: “Se leggo Dora, spesso vedo te!”

Bene, dove sta la “verità”?

Intanto io non sono Dora, io sono Sara e Dora è Dora. C’è qualcosa di Sara in Dora? Certo, molto. C’è anche da dire che la Sara di ora, come capita per ognuno di noi, è il risultato di un’evoluzione! L’esistenza lo è, noi siamo in totale evoluzione.

Oggi voglio fare una cosa: lo vedete il signore nella foto? È Konstantin Sergeevič Stanislavskij. Lessi un suo libro meraviglioso all’età di 18 anni, “Il lavoro dell’attore”. Tutti lo chiamano semplicemente “Il metodo Stanislavskij”. Quella lettura mi piacque moltissimo. Spiegava semplicemente come un attore potesse raggiungere il massimo della credibilità nell’atto della recitazione. Si parlava di emozioni, di sensazioni, di gioia, di dolore. La mia anima era affascinata da ogni parola, meravigliata. Era come apprendere la capacità di spostarmi dentro alle linee del tempo e dello spazio del mio mondo emozionale. Ne dovevo sapere molto di più… Non ho mai smesso di curiosare in questo mondo. Lo studio della psicologia, della psicologia evolutiva, delle materie olistiche, l’amore per la fisica quantistica mi hanno fornito materiale immenso per comprendere come funzioniamo. Perché agiamo, percepiamo, proviamo… Ho voluto regalarmi materiale, metodi, sperimentazioni per scavare dentro me e i miei personaggi… Probabilmente lo farò fino all’ultimo respiro: essere curiosa verso le emozioni, mettermi in discussione, scoprire, vivere intensamente, lasciar fluire le sensazioni…

Cercare di comprendere cosa provano gli altri e creare altre me oppure poter dare vita a personaggi che non attingono dal mio bagaglio emotivo ma direttamente dal loro…

Ho imparato così a farmi da parte davanti a un foglio di carta e mettere in ordine dentro la mia mente il profilo di chi voglio far vivere.

Sono semplicemente Sara, un qualsiasi “nessuno”. Sono come una bambina che sta iniziando a conoscere, ma anche una “centenaria” che ha esplorato. So che ciò che sento, nel qui e ora, me lo sono costruito e plasmato addosso sul campo…

Cosa significa?

Il metodo Stanislavskij

Facciamo un passo indietro…

Torniamo al signore della foto e al suo metodo. Avete presente quegli attori che per interpretare un ruolo ingrassano di dieci chili, si rasano a zero e frequentano qualcuno che quel ruolo non lo impersona su scena ma lo vive nella vita? Ecco! La scrittura, a volte, per me è anche questo. Sottolineo a volte e anche. Mi siedo e aspetto che il personaggio mi parli… Lo osservo arrivare, accomodarsi accanto a me, oppure a un po’ di distanza… Altre volte, invece, lo osservo fluire e farsi strada dentro i miei contorni… Provo empatia, vivo e respiro quel personaggio… Con Dora è accaduto questo. Succede quando il personaggio è vicino all’anima di Sara.

Quando invece creo un personaggio del tutto fuori dal mio essere, ad esempio un serial killer, o quando scrivo per altri, allora entro in una sorta di bolla differente. Abito e poi attraverso ciò che mi racconta la persona che mi ha chiesto di scrivere per lei ma, in un certo senso, mantengo anche una posizione da osservatrice. Perché? Perché nella stesura, anche se vivo quel personaggio e adotto il suo modo di succhiare la vita e il linguaggio che gli è proprio, io non perdo la mia centratura, la mia pace interiore, la mia armonia… Hai presente quando dicono che, se vuoi lavorare al pronto soccorso, non devi farti coinvolgere troppo altrimenti rischi di far schiattare il tuo paziente in codice rosso? Ecco!

Se vuoi scrivere dieci ore al giorno, devi essere in grado di essere tutto questo. Ho in un certo senso adottato un metodo Stanislavskij alla Sara.

Così quando chiudo il pc o il quaderno, sfilo le cuffiette dalle orecchie, ho sempre il mio sorriso e sono grata di poter permettermi di vivere tante vite, di poter ascoltare tante emozioni… Alcune le faccio mie, di tutte posso dire che cresco con loro…

Questo è qualcosa che va molto oltre la scrittura. Questo mi permette di conoscere ancora di più le sfumature che abitano gli esseri umani…

Se puoi/vuoi, questo libro te lo consiglio. Non ti insegnerà solo l’empatia con un possibile personaggio da portare in scena, ma scoprirai tutto un mondo… Anche quello che nella quotidianità ti permetterà di entrare maggiormente in contatto empatico con chi ti troverai davanti.

In 🎧: – Creed – With Arms Wide Open


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